Locandina Secchi di Storia
Un tempo, quando l’UOMO era l’unità di misura per forgiare attrezzi e manufatti per lo svolgimento di tutte le mansioni utili alla vita quotidiana, il secchio era per eccellenza, uno di questi elementi di corredo, che lo accompagnava nell’intero arco della sua vita e a lui sopravviveva, restando al servizio della generazione seguente.
Il secchio, forgiato nelle antiche fucine, raccoglieva la storia, le tradizioni, il sapere della nostra gente, forte e resistente come il materiale utilizzato per la sua realizzazione.
Se oggi osserviamo questo secchio di ferro possiamo ascoltare ancora lo scorrere dell’acqua che muoveva la ruota della fucina, il battere ritmato e imperioso del maglio, il soffio del fuoco e possiamo ancora immaginare il colore del metallo incandescente.
La sua forma e i segni del tempo, ci raccontano inoltre, di come questo oggetto abbia raggiunto popoli e culture anche molto distanti dalla patria di forgiatura; è strano accorgerci come un semplice secchio ci faccia entrare nelle pagine della nostra storia, “Secchi di storia” appunto, che possono contenere i segni dei massi incisi, la storia dell’impero romano nella nostra valle, i castelli e le rocche piene di misteri e intrighi, gli affascinanti luoghi di culto e case signorili che ospitavano straordinari dipinti.
Il secchio come oggetto che contiene, trasporta e svuota nella nostra contemporaneità tutto ciò che è fondamentale per una scoperta o riscoperta degli antichi saperi della nostra terra, che spesso sottovalutiamo o accantoniamo, in favore di chissà quale modernità, ma sappiamo bene che ogni trasformazione, culturale o sociale, se non passa attraverso il filtro della storia, non può avere futuro, è come quel chicco di grano che cade dalla mano del “seminatore” in un suolo roccioso con poca terra, dove germoglia subito, ma non avendo radici profonde, al primo sorgere del sole brucia e non dà più frutto.
Isidoro